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Il prof. Facchin, uno dei fondatori del comitato, ha vissuto nel Rione Filippini buona parte della sua giovinezza e l'età adulta, fintanto che problemi di lavoro lo hanno costretto ad allontanarsi. In lui, però, sono sempre stati presenti la nostalgia del proprio rione, il desiderio di tornare, i ricordi di gioventù quando in tutta la zona esisteva una "sola famiglia di residenti", con propri pregi e difetti, con il loro carattere e affetti, vissuti nel primo dopoguerra, quando il rione semidistrutto intendeva riprendersi e inserirsi nella vita sociale cittadina. Il Facchin sentiva fortemente questo amore per il suo rione e desiderava in un certo qual modo restituire ai suoi abitanti il ricordo e le descrizioni di quel vivere "il sociale". Ebbe l'idea di documentare in un libro non solo il suo sentire, ma anche la storia e il vissuto del suo quartiere. Il volume era esaurito e il comitato rionale dei Filippini si è attivato per una ristampa, per non perdere la memoria storica del rione che l'autore ci tramanda in un momento di grandi trasformazioni edilizie ma anche sociali.